Collaborative Creativity e la scoperta di sé.
Il primo articolo di una serie sulle cinque forze della Collaborative Creativity.
Nel libro “The Forces of Collaborative Creativity”, spiego il metodo della Collaborative Creativity ed esamino i suoi effetti e perché funziona. La teoria che ho sviluppato, sulla base dell'esperienza e dell'osservazione personale, è che la Collaborative Creativity genera cinque forze: scoperta di sé, empatia, realizzazione, coesione e invenzione. In questo articolo, mi concentro sulla scoperta di sé.
L'importanza della scoperta di sé (Self-discovery) sta nel fatto che il pensiero cosciente è solo una piccola frazione della nostra attività mentale. È stato stimato che prendiamo più di 30.000 decisioni in una giornata tipica: se questo è corretto, quando siamo svegli prendiamo, in media, una decisione ogni due secondi. Estenuante. Fortunatamente, non siamo consapevoli della stragrande maggioranza delle decisioni che prendiamo e nemmeno del motivo per cui le prendiamo. Questo ci permette di essere cognitivamente efficienti e di funzionare rapidamente. Le decisioni di vita e di morte spesso richiedono una velocità d'azione che rende impossibile il pensiero cosciente.
Il rovescio della medaglia è che, di solito, non pensiamo consapevolmente e profonditamente a ciò che stiamo facendo o perché. La scoperta di sé, in questo contesto, è l'illuminazione che deriva dall'esame cosciente di azioni e motivazioni specifiche - ovvero, pensare a ciò di cui normalmente non pensiamo.
Nell'healthcare, la scoperta di sé è particolarmente importante per comprendere il comportamento e gli atteggiamenti del paziente nei confronti della sua condizione e terapia. La non aderenza terapeutica è un problema serio, fino al 50% di tutti i farmaci prescritti non vengono assunti correttamente. Alcuni dei motivi sono pratici, ma molti sono emotivi e il risultato di un comportamento inconsapevole. Le interviste di ricerca tradizionali raccolgono solo informazioni in cui l'intervistato è consapevole e offrono un quadro parziale e talvolta fuorviante. La Collaborative Creativity utilizza il potere della scoperta di sé per comprendere le convinzioni, le emozioni e i bisogni che influenzano realmente il comportamento.
Le abitudini sono un ottimo esempio di decisioni e comportamenti inconsci. I pazienti, i medici e le persone che lavorano per le aziende farmaceutiche hanno abitudini specifiche per il loro ruolo. Per prendere in prestito un termine dalla tecnologia informatica, un'abitudine è una "routine" - funziona su un semplice principio di "se questo, allora quello". Un stimolo di qualche tipo suscita una reazione automatica. Alcune abitudini nascono cattive e ne siamo consapevoli, gli scienziati comportamentali chiamano "utilità edonica" la piacevole ricompensa che deriva da un'azione o da una scelta indulgente. Altre abitudini nascono buone e si trasformano nel tempo in cattive. Questi tipi di abitudine sono particolarmente infide, crediamo di agire correttamente quando non è così. L'abitudine si forma in uno scenario specifico in cui crediamo che l'azione sia in qualche modo benefica per noi. Dopo che l’azione è diventata abitudine, se lo scenario cambia continuiamo l'azione senza pensarci, vittime di "se questo, allora quello". Il vantaggio dell'efficienza del pensiero e dell'azione automatica è pragmaticamente utile, ma rende difficile la comprensione e il cambiamento del comportamento. La Collaborative Creativity risolve questo problema utilizzando esercizi appositamente progettati per far rivalutare ai partecipanti le loro azioni in un determinato scenario. Il risultato è che i partecipanti "scoprono" aspetti del loro comportamento abituale di cui prima non erano a conoscenza. Questa è la forza della scoperta di sé.