Milioni hanno bisogno di uno scopo.
Alcuni lavorano semplicemente per sopravvivere mentre altri necessitano di una motivazione superiore. Sempre più il tuo brand è un aiuto o un ostacolo durante il reclutamento.
"Cattivissimo me" è un bel nome per un film su un cattivo megalomane. Tuttavia, sono stati i piccoli scagnozzi gialli del protagonista, i Minions, a rubare la scena e ottenere alla fine due film omonimi. All'inizio del primo film dei Minions, apprendiamo che la loro ragion d'essere è sempre stata quella di servire i cattivi. In modo adorabilmente goffo, i Minion sono dediti al male e vediamo come diventano scoraggiati e demotivati quando non hanno un capo malvagio da seguire. Vediamo anche quanto diventano energici quando adottano un nuovo cattivo come loro campione.
I minion non sono soli. Un’indagine recente sulla forza lavoro del British Office of National Statistics ci dice che 7,2 milioni di disoccupati nel Regno Unito non cercano lavoro. Nel sondaggio chi è economicamente inattivo può fornire diverse risposte per spiegare la propria condizione, una opzione (scelta dall'81% degli intervistati*) è: “Non vuole un lavoro”.
Evidentemente queste persone possono vivere senza lavorare, ma la sopravvivenza non è l'unico motivo per cui le persone lavorano. Molte persone non hanno bisogno urgente di lavorare eppure lo fanno, perché ne traggono soddisfazione, si sentono valorizzate, perché contribuiscono in qualche modo alla società.
L'aspetto sociale del lavoro è importante e così come i brand trasmettono valori ai prodotti e ai servizi che vendono, trasmettono anche il valore del lavoro dei loro dipendenti. Molti di coloro che non vogliono un lavoro magari sono autorealizzati e finanziariamente indipendenti, ma sono convinto che alcuni di loro potrebbero essere attirati di nuovo nel mondo del lavoro se gli fosse offerto qualcosa che fosse gratificante oltre lo stipendio. Un rapporto di Wunderman Thompson** ci dice che il 74% della Gen Z si rifiuta di lavorare per un'azienda che va contro i loro valori, l'82% afferma che è importante che il proprio lavoro contribuisca al bene superiore e il 70% preferirebbe fare qualcosa di gratificante piuttosto che guadagnare molti soldi.
Non è un trend generazionale, un sondaggio Ifop ci dice che nel 2021 solo il 24% della popolazione francese considerava il lavoro “molto importante”, in calo rispetto al 60% del 1990. L'immagine del lavoro, in generale, è cambiata e l'immagine di alcuni lavori e di molti datori di lavoro sono cambiati radicalmente. Lo status sociale dell’essere un lavoratore è diminuito. Nel 1990 potevi vantarti con orgoglio di essere un creativo pubblicitario nella società in generale. Oggi molto meno. Nel 2013 lavorare per Twitter ti dava il diritto di vantarti. Oggi molto meno. Non si tratta di rare eccezioni, solo di esempi particolarmente estremi. Senza soddisfazione sul lavoro o alcun valore sociale o un marchio del quale essere orgoglioso lavorare è solo un'orribile fatica.
"Non vuole un lavoro" significa: “Non sono interessato a un lavoro senza valore e alienante per il tuo avido brand. Riaccendere entusiasmo e orgoglio nel lavoro inizia dai brand socialmente positivi che riescono a comunicare efficacemente con l’opinione pubblica.
* https://www.ons.gov.uk/employmentandlabourmarket/peoplenotinwork/economicinactivity/timeseries/lfl9/lms
** “Gen Z: Building a better normal” by Wunderman Thompson Intelligence
https://www.wundermanthompson.com/insight/new-trend-report-generation-z-building-a-better-normal