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PICA #054

Statistiche sulla salute mentale delle persone nella pubblicità - non buone.

La certificazione dei MadMen.

L’industria pubblicitaria ha urgente bisogno di un’associazione professionale internazionale che promuova standard minimi di lavoro.

E’ l’industria della pubblicità ad attirare persone che hanno problemi di salute mentale o l'ambiente di lavoro che favorisce lo sviluppo di problemi di salute mentale? Nella mia esperienza, sono entrambe, ma negli ultimi due decenni, la crescente tossicità dell'ambiente ha esacerbato il problema.
Un sondaggio che ha coinvolto 576 impiegati del settore pubblicitario e dei media, condotto lo scorso anno da NABS e Mind nel Regno Unito, ha riportato che il 26% ha un problema di salute mentale a lungo termine e il 33% crede che il proprio luogo di lavoro non sia positivo per il benessere psicologico. Il 64% degli intervistati ha preso in considerazione l'idea di lasciare l'industria perché il proprio lavoro influisce negativamente sul benessere. Il 36% ha dichiarato che la propria salute mentale negli ultimi 12 mesi era stata scarsa o molto scarsa e un enorme 60% ha dichiarato che il lavoro ha avuto un impatto negativo sul proprio benessere negli ultimi 12 mesi.
Nel frattempo in Australia, Never Not Creative UnLtd ed Everymind hanno condotto uno studio sulla salute mentale e il benessere dei lavoratori in ambito media, marketing e industrie creative coinvolgendo 1.800 partecipanti. Mentre la prevalenza media nazionale per i sintomi di depressione lievi e gravi è del 36%, nei loro intervistati era del 56%. Nello specifico, il 61% dei lavoratori dell'industria creativa ha mostrato sintomi di depressione rispetto al 53% nel marketing e al 46% nei media.

Queste statistiche sono allarmanti. Credo che siano gli inevitabili sintomi di una grave crisi di identità e valore nel settore. Una crisi causata dalle tendenze che si sono verificate negli ultimi due decenni in un circolo vizioso:

  • I margini di profitto sono diminuiti. Il personale è pagato di meno e costretto a lavorare di più. Gli straordinari e i fine settimana lavorativi sono diventati la norma.
  • La dinamica di cui sopra ha avuto un impatto negativo sulla qualità media del personale: molte persone capaci hanno lasciato l'industria e quelle che sono rimaste sono sempre più esaurite.
  • Una minore qualità del personale aumenta l'inefficienza operativa e diminuisce la qualità generale dell'output.
  • I clienti, frustrati dalle prestazioni delle agenzie, fanno gare su gare - acquistando solo quello che gli piace.
  • La modalità di gare permanenti aumenta il costo complessivo del business e l'incertezza dei ricavi che costringe le agenzie a chiedere al personale di lavorare per più ore (perché gli straordinari non retribuiti sono gratuiti).
  • La scorsa settimana, il vice presidente Chief Financial Officer di P&G, Jon Moeller, ha dichiarato che Secret, un brand di deodoranti, “non ha più un'agenzia. Il team [interno] del marchio è diventato la sua agenzia, occupandosi di quasi tutte le attività di creazione di pubblicità e pianificazione dei media.” Il lavoro è “creato in appena un decimo del costo”, ha continuato Moeller. “Il tempo che va dall'idea all'esecuzione si è notevolmente ridotto, producendo contenuti [spot TV] in meno di un mese.”
    I brand che creano house-agency non sono una novità, ma sono una tendenza che accelera e che pone domande difficili per il futuro delle agenzie e delle persone che vi lavorano. Tradizionalmente, la pubblicità era un mestiere che s’imparava sul campo. Ma se la forza lavoro è avara di professionisti esperti e prevalentemente composta da persone depresse e private del sonno, ci si deve chiedere che cosa stiano imparando oggi gli stagisti e il personale junior. Poi c'è la questione della qualità degli aspiranti lavoratori che un’industria che versa in queste condizioni è in grado di attrarre. Questi, credo, siano i problemi fondamentali. Persone addestrate meglio e più competenti sono la chiave per migliorare il settore. Tuttavia, c'è un'ultima tendenza che va contro anche questo, il passaggio dall'occupazione stabile a varie forme di lavoro precario. Queste forme di lavoro lasciano molte persone economicamente vulnerabili e con opportunità significativamente ridotte di apprendere da colleghi esperti in un ambiente organizzato.

    Questi problemi devono essere affrontati con urgenza e penso che sia giunto il momento per l'industria di unire i suoi sforzi in un'associazione professionale internazionale dalla vocazione pragmatica. PADI l'Associazione professionale di istruttori subacquei è un esempio in un campo diverso. I subacquei di tutto il mondo condividono conoscenze e standard di sicurezza di base. Le competenze dei subacquei professionisti sono certificate da un sistema fidato che consente a migliaia di aziende e professionisti nel mondo delle immersioni di competere individualmente ma su un campo di gioco sicuro ed etico. La pubblicità ha bisogno di qualcosa del genere.

    Propongo che la carta dell'associazione professionale specifichi quattro funzioni:

  • Certificare conoscenze e abilità (standard minimi)
  • Stabilire un codice di condotta e impegno (che include il benessere e l'etica)
  • Offrire una formazione di qualità garantita
  • Promuovere il valore dei professionisti della pubblicità con certificazione
  • Se non trovi alcun valore in quanto detto sopra, ti compiango. Se pensi che questi siano punti validi, è ora di smettere di annuire soltanto e iniziare a fare qualcosa. Lo slancio iniziale dovrà provenire da uno sforzo congiunto di WPP, Omnicom, Publicis, Interpublic e Dentsu che, a mio parere, dovrebbero mirare a ottenere il coinvolgimento nell'iniziativa da parte dell’ILO. L'Organizzazione internazionale del lavoro è un'agenzia delle Nazioni Unite che celebra quest'anno il suo centenario. L'ILO è stata creata alla fine della prima guerra mondiale come parte del trattato di Versailles, “per riflettere la convinzione che una pace universale e duratura può essere realizzata solo se si basa sulla giustizia sociale”.
    Per più di dieci decenni l'ILO ha realizzato molto per migliorare le condizioni di lavoro, in parte grazie alla sua organizzazione tripartitica che riunisce rappresentanti di governi, datori di lavoro e lavoratori nei suoi organi esecutivi.

    Le sfide per il mercato del lavoro globale nei prossimi decenni saranno estreme. L'industria pubblicitaria è già stata toccata dalle prime manifestazioni di queste sfide. Una risposta forte e lungimirante che stabilisca standard minimi di qualità nelle relazioni di lavoro è urgente per evitare una catastrofica implosione di talento e credibilità. Il budget richiesto per il lancio di un'organizzazione professionale è inferiore a quello che i cinque gruppi, citati in precedenza, spenderanno a Cannes questa settimana. Il costo di non metterlo in atto è incalcolabile.