Dalla zona rossa.
Abbiamo bisogno di informazioni per comprendere gli eventi, ma anche di storie per dar loro un senso. La terribile cacofonia dell'attuale epidemia evidenzia un disorientamento collettivo.
Questa Pica ti arriva dalla Zona Rossa Lombardia. E’ perversamente appropriato che in un'epoca ossessionata dalla ‘digital disruption’ siamo stati ‘disrupted’ da qualcosa di primitivo come un virus.
Questa pandemia è la prima dell'era dei social media e sta palesando l'inadeguatezza cronica delle istituzioni italiane nel comunicare. Non sto contestando alcuna decisione presa, sto mettendo in dubbio il modo in cui le decisioni sono state presentate al pubblico. Sto contestando le spiegazioni opache delle azioni del governo, della pianificazione e della politica di emergenza.
Il geo-targeting, i messaggi just-in-time relativi al contesto, la visualizzazione interattiva dei dati e altri strumenti di marketing potrebbero, dovrebbero, essere messi al lavoro in situazioni come questa. Forse la mappatura della probabilità degli scenari è chiedere troppo, ma d’altronde se McKinsey può farlo penso che un governo dovrebbe anche fornire questo tipo di informazioni alle imprese per aiutarle a preparare piani di contingenza.
Le dichiarazioni ufficiali, scritte in "burocratese”, lasciano di fatto un vuoto d’informazione che viene riempito da interpretazioni individuali condivise, condivise e condivise come il virus stesso. Nel mezzo ci sono i giornali e notiziari che enfatizzano il dramma dell'emergenza semplicemente perché questo si traduce in audience (ovvero soldi). La cosa imperdonabile è che i politici sono diventati abili nell'usare tutti i tipi di tecniche di comunicazione per farsi eleggere e rimanere al potere, ma non applicano le stesse competenze per le istituzioni che gestiscono.
Emergenze e disastri mettono in evidenza il meglio e il peggio delle persone e il meglio e il peggio delle comunità. Un fattore chiave di differenziazione tra il meglio e il peggio è la leadership e la fiducia nella leadership. I dati sulla fiducia nei governi nazionali dell'OCSE omostrano l'Italia al 31% rispetto al Regno Unito al 42%, Germania al 60% e Svizzera al 75%.
Le seguenti parole sono tratte, da una nota dal titolo “Coronavirus: The Black Swan of 2020” diramata da Sequoia Capital, pubblicata il 5 marzo. “Il falso ottimismo può facilmente portarti fuori strada e impedirti di fare piani di emergenza o intraprendere azioni coraggiose. Evita questa trappola essendo clinicamente realistico e agendo in modo decisivo quando le circostanze cambiano. Dimostra la leadership di cui la tua squadra ha bisogno durante questo periodo stressante."
Dimostra è la parola chiave in quell’ultima frase. Sono convinto che alcuni dei punti percentuali che mancano all'Italia rispetto ad altri paesi siano attribuibili a cattiva comunicazione. Ho vissuto qui abbastanza a lungo per sapere che la realtà è quasi sempre migliore della percezione. L'Italia (come ogni società) ha bisogno di esempi positivi, storie per rendere le persone orgogliose e fiduciose. La storia di questa e di altre catastrofi definisce la reputazione. L'Italia merita una migliore reputazione. L'Italia moderna ha bisogno di una migliore comunicazione e di storie migliori.