Whooosh!
Non tutte le deadline (scadenze) sono uguali.
“Adoro le deadline. Mi piace il suono “whooosh” che emettono quando passano.” Douglas Adams, un autore di grande talento e fantasia, evidentemente aveva una sano disprezzo per le scadenze. Forse questo ha contribuito alla qualità del lavoro che ci ha lasciato. Perché il fatto è che la creatività non rispetta le deadline. Certo alcune attività creative possono essere pianificate e orchestrate con precisione. Ad esempio, un illustratore esperto può stimare in modo abbastanza preciso quanto tempo ci vorrà per produrre un lavoro. Al contrario, non ho mai incontrato nessuno che potesse prevedere con certezza quanto tempo gli sarebbe servito per produrre un nuovo concetto creativo del quale essere orgoglioso.
Una volta ho partecipato a un workshop creativo che ha riunito una cinquantina di persone (tra cliente e agenzia) da tutto il mondo per un'intera settimana con l’intento di creare un concetto di brand globale. È stato un grande impegno che ha richiesto un'accurata pianificazione e anche fiducia che il risultato sarebbe stato un successo e così, in effetti fu. Ciò che la pianificazione non prevedeva era che l'idea che alla fine fu utilizzata in tutto il mondo sarebbe stata progettata da una sola persona nei primi dieci minuti del primo giorno di lavoro - il resto del tempo e dell'energia (circa 2.000 ore di lavoro) sono state spese nel tentativo di realizzare qualcosa di meglio, fallendo. In un altro workshop creativo simile, sempre della durate di una settimana, ho assistito al fallimento di alcune delle migliori menti creative del mondo nel produrre un'idea che giustificasse il loro sforzo - l’idea che poi fu vincente venne a due colleghi mentre ritornavano indietro in aereo. Questa è la creatività, ride degli orologi e dei calendari.
Una deadline è una caratteristica di una linea temporale e le linee temporali sono lineari e unidirezionali. La creatività è non lineare e multi-direzionale. Una forza inarrestabile che incontra un oggetto inamovibile. Questo è un problema fondamentale della creatività applicata: in un contesto aziendale l'imprevedibilità non è vista in modo positivo, le deadline sono inviolabili e coloro che non le rispettano subiscono penalità. Di conseguenza, un'illusione condivisa è che la creatività sembra scorrere più abbondante e più forte con l’avvicinarsi di una deadline, il che porta a deadline sempre più brevi. Questo fenomeno è in parte dovuto al fatto che una deadline imminente focalizza la concentrazione, il che è certamente positivo. Non altrettanto positivo però è il fatto che la deadline crea ansia e inconsciamente abbassa lo standard delle idee "accettabili". Piuttosto che mancare una deadline, vengono offerte, accettate e prodotte idee insoddisfacenti - con risultati prevedibilmente infelici per tutti i soggetti coinvolti una volta che la corsa e l'adrenalina si sono dissipate.
L'origine del termine deadline non è nota. Forse ha avuto origine nelle carceri a metà del diciottesimo secolo per descrivere il confine entro il quale i prigionieri erano confinati e se lo attraversavano rischiavano di essere fucilati (deadline letteralmente significa linea della morte). Sicuramente è stato adottato presto dai giornalisti per descrivere il momento dopo il quale le notizie non sarebbero state stampate sul giornale del giorno seguente. Oggi, la maggior parte delle deadline sono artificiali e non sono più correlate a un limite tecnico. Tuttavia, paradossalmente, le scadenze sono diventate più corte e inviolabili. Forse è il momento di fare un passo indietro, prevedere maggiore flessibilità nelle tempistiche creative. Mi rendo conto che uno spot natalizio ha poco valore se consegnato il giorno di Santo Stefano. Tuttavia, la ricerca di una grande idea dovrebbe sempre poter prevalere sull'inutile tirannia di una pseudo-scadenza.