Lupi e avvoltoi.
Gli hedge fund stanno scommettendo contro le grandi holding di agenzie pubblicitarie, ma forse il peggio è passato.
I predatori, come i lupi, cercano una preda debole, mentre gli sciacalli, come gli avvoltoi, aspettano la morte della preda. I predatori del mondo finanziario moderno, gli hedge fund, hanno gli occhi puntati sulle grandi holding di pubblicità. Attualmente vi sono più di $ 3 miliardi di vendite allo scoperto di azioni contro Publicis, Interpublic e Omnicom. Le vendite allo scoperto di WPP per un valore di $ 1 miliardo hanno già realizzato grossi guadagni con lo stock in calo del 10% dall'inizio dell'anno. La preda zoppicante del branco, agli occhi dei predatori, è Omnicom con una scommessa di $ 2,2 miliardi contro di essa, pari al 13% delle sue azioni totali.
Ciò dipinge un quadro cupo che, a mio parere, non riflette la realtà. Il settore pubblicitario è cambiato immensamente negli ultimi due decenni. È stato profondamente sconvolto in ogni aspetto e ora affronta anche profondi cambiamenti nel modo in cui la società si rapporta al consumismo. Quanto i grandi network siano stati capaci di adattarsi a tutti questi cambiamenti è discutibile, ma è innegabile che si siano adattati e lo abbiano fatto rapidamente. Questo è un grande risultato e indica resilienza. Personalmente, ho la sensazione che si sia toccato il fondo e che da ora in poi le cose miglioreranno.
Il momento d'oro della rivoluzione ‘social-digital’ è passato. Facebook, Google, e simili stanno lottando per rassicurare gli inserzionisti su varie problematiche. Il tasso "d’innovazione" e di proliferazione della ad-tech è rallentato e siamo in una fase in cui degli standard cominciano ad essere applicati - questo porterà al consolidamento e alla razionalizzazione. La concorrenza di grandi gruppi di consulenza ha costretto i network a migliorare la loro offerta ed efficienza. Ultimo ma non meno importante sembra esserci un'inversione di atteggiamento nei confronti delle agenzie da parte dei clienti.
Ally Financial ha annunciato questa settimana che riconoscerà a tutte le agenzie coinvolte nella fase finale della gara degli account creativi, digitali e media negli Stati Uniti con un fee a cinque cifre. Andrea Brimmer, responsabile marketing e PR di Ally, ha detto; "Vogliamo stabilire sin dall'inizio che crediamo che le agenzie siano partner e che abbiano un posto al tavolo e più ci avviciniamo l'un l'altro, migliore sarà il lavoro". Questo è un caso isolato, ma qui sta la chiave per la sopravvivenza - i clienti stanno cominciando a rendersi conto che spremere implacabilmente le agenzie è diventato controproducente: il fondo è stato toccato.
Le agenzie pubblicitarie sono ancora in una posizione unica per supportare i clienti in ogni aspetto della gestione del brand. C'è valore in questo ruolo. Le agenzie hanno la resilienza, l'inventiva e l'agilità per continuare ad adattarsi e risorgere. Perfino tra i lupi ci sono quelli che ci credono. David Herro, Chief Investment Officer presso Harris Associates, detiene azioni di WPP e Publicis che superano i $ 2 miliardi di valore e ha detto che non crede che gli attuali prezzi delle azioni riflettano i loro veri valori. Sono d'accordo con Herro, i lupi stanno cacciando ma gli avvoltoi rimarranno affamati.